Tour de France, Riccò positivo: Epo

PARIGI, 17 luglio - Riccardò Riccò è stato trovato positivo all'EPO al controllo antidoping del Tour de France. Lo ha reso noto l'agenzia dell'antidoping francese: «Tracce di Eritropoietina di terza generazione (Cera) nelle urine». I controlli ematici sono stati effettuati il tre e il quattro luglio prima dell'inizio delle tappe del Tour de France.

CONTROLLI RIPETUTI PIÙ VOLTE - Vincitore di due tappe di montagna e nono in classifica generale, il corridore italiano - stando al sito de L'Equipe - avrebbe usato il Cera (Continous erythropietin Receptor Activator). Riccò era nel gruppo dei corridori individuati dall'Agenzia francese per i controlli del 3 e 4 luglio prima della partenza del Tour. Le analisi ripetute avevano provocato alcune repliche stizzite del corridore. Quello di Riccò è il terzo caso di positività in questa edizione della corsa a tappe francese dopo quelli degli spagnoli Manuel Beltran dell'11 luglio e Moses Duenas Nevado di ieri

aveva l'ematocrito alto fin dall'inizio, lo tenevano sott'occhio da un bel pò

comunque che tristezza sto sport, non si fa in tempo a trovare un nuovo eroe che subito cade giu

Colpa di chi lo segue ancora...

Non sono d'accordo. Il ciclismo ha scritto pagine epiche dello sport italiano. Gli appassionati non vedo che colpa possano avere. E' come dare le colpe ai tifosi juventini ai tempi di Moggiopoli.

No, qui siamo ad un livello dove ormai si è superato ogni limite. Il problema è capire quando beccheranno qualcuno e chi. Uno sport rovinato dagli stessi che lo praticano, non dai tifosi. La stessa impresa di Riccò aveva esaltato, ma, con i precedenti del ciclismo non si poteva mai sapere. Infatti!

Chiudete il ciclismo.

Bisogna seguire Cunego.....lui si che è un grande esempio per il ciclismo..

Sí, la storia é bella, ma é passata. Ora si tratta di un altro sport, o meglio di un non sport. I bei tempi non torneranno mai piú, vince solo chi riesce a prendere l'ultimo doping che non si puó rinvenire nelle analisi.
Gli juventini hanno una colpa successiva in Moggiopoli: quella tipica italiana di prendersela con chi cerca di fare giustizia e dipingere i colpevoli come vittime. Il che comunque non é paragonabile al doping nel ciclismo.

Ricordo l'intervista a Fois (che poi è morto) alle Iene quando diceva che alla prima gara da professionista prese 40 minuti da gente che batteva tra i dilettanti
Allora visto che sono tutti dopati e che non si riesce ad arginare il fenomeno si rendano lecite tutte le pratiche ora vietate e basta, almeno non si prende in giro la gente

Come si fa a discutere ancora di una pagliacciata su due ruote,quando anche gli stessi tifosi che lo seguono,sanno benissimo che una persona umana non può andare a 60 all'ora per 150km,ogni giorno...

Te hai capito proprio tutto della vita.

Per me, purtroppo, l'unica soluzione è quella di fermare tutto per qualche anno, finchè non viene fatta pulizia totale e scritte regole accettate da tutti, altrimenti si liberalizzi il doping ed ognuno diventi responsabile delle proprie azioni e dei rischi inevitabili a cui va incontro. Tanto quì come in molti altri sport c'è chi mette in discussione la propria vita per il successo.