| Come spesso accade a Roma, tutto va bene o tutto va male: bisogna ammetterlo, in questa città di persone equilibrate ce ne sono poche. Ho letto anche che a Roma gli abitanti sono 3 mln e mezzo: non siamo equilibrati nemmeno in questo perché se non sbaglio sfioriamo il doppio di quella cifra. Il Presidente della Virtus è un cittadino di Roma, fa parte di questo ambiente e da questo ambiente è stato influenzato. Per non esserne influenzati bisogna essere rocce, oppure d'acciaio. Si dice che per vincere qualcosa a Roma ci vogliono tantissimi anni, soldi, fortuna e potere. Beh, se guardiamo il calcio, e il basket, direi che è vero. Alzare i prezzi del biglietto in questo periodo è stato un clamoroso errore, nonostante possa capire che per i play off lo spettacolo possa alzarsi di livello – purtroppo non è accaduto. 7 gare previste per i quarti, almeno 4 in casa, 20 euro a partita, fanno un tot(i)ale di 80, altre quattro in una semifinale eventuale e fanno 160. Molti, ieri sera hanno pensato: vado a vedermi la seconda, poi una fuori la perdiamo e vado a vedermi la 5a. Non ci fa una piega perché è possibile, come è possibile anche adesso, hanno risparmiato un bel po' di denaro, visti i tempi di crisi. La squadra non è da buttare, i giocatori singolarmente non sono eccezionali, sono dei buoni giocatori che insieme possono fare un'ottima squadra e aiutare l'allenatore nei momenti in cui le sue idee sono confuse. Perché l'allenatore non è Messina né Obradovic, è un buon allenatore, Calvani è un buon motivatore-allenatore. La Virtus di quest'anno non è quella di ieri sera, nel totale della stagione intendo. Bobby (Brown, con rif. a F. Zappa) Jones sarà anche un cazzarone, ma se dovevamo avere più rotazioni con Bailey non utilizzando Jones siamo ritornati alla situazione corta precedente. Questo, per esempio, è un punto a sfavore della società. Ieri sera non c'era la diretta televisiva, così invece di ascoltare la «chiacchierata» di Lubrano, che chiamerei Elucubrano, ho ascoltato le «memorie di un malato di Virtus», alla radio, quella dei Muppets. E di pupazzi sembra trattarsi in vero. Ora, fare una cronaca è molto difficile. Farla di una partita di basket è difficilissimo, e per chi ascolta è un patema, soprattutto da tifoso. Io ieri sera ho ascoltato più o meno solo grida, urli, improperi, vuoti radiofonici degni di un colpo di stato, commenti senza senso, delirio, turpiloquio. Ecco, anche da questo punto di vista, a Roma, non siamo per nulla equilibrati, oppure potrei dire che tra di loro, i cronisti, lo sono: Zampa e Fabbri più o meno stanno sulla stessa linea d'onda. Come se Fabbri dicesse: «Roma attacca da curva tiziano a curva auditorium», follie di questo genere. Roma è immersa in un ambiente a tratti vivibile, e questi tratti stanno diventando sempre più corti. E questo ambiente riguarda anche lo sport e tutto quello che gli gira attorno. Tornando alla serie di PO, domani sarà una gara ancora più difficile della prima, credo. Adesso i giocatori vorranno rifarsi ma avranno il terrore di ripetere la gara di ieri. Forse il pubblico, credo più numeroso, potrà dare una mano più consistente. Spero che le parole di Toti non lo abbiano raffreddato. C'è da ritrovare coesione, tra la squadra, la società e il pubblico. Si può passare il turno.
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