NBA stagione 2009-2010, 3d unico

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view post Posted on 26/8/2020, 00:18

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CITAZIONE (gladiator76 @ 21/8/2020, 17:48) 
(...) Houston rinuncia completamente a centri di ruolo.

Esattamente come molte squadre di Calcio hanno rinunciato al centravanti d'area di rigore. Gli Sport cambiano, si evolvono, e più che pensare al lato estetico (e dunque soggettivo) di queste rivoluzioni, bisognerebbe concentrarsi sulle motivazioni che le hanno generate e sulla reale efficacia nel praticare sul campo questi cambiamenti. Ad esempio, la scelta di molte squadre NBA di rinunciare ai "classici" totem che stazionano staticamente dentro il pitturato e che dunque possono ingolfare gli spazi (perfino un Brook Lopez ha dovuto re-inventarsi, aggiungendo il tiro da oltre l'arco al proprio bagaglio tecnico per sopravvivere) deriva da una consapevolezza di fondo, sempre più comune, del fatto che la categorizzazione dei "ruoli" doveva trasformarsi e divenire un mezzo, non il fine.

CITAZIONE (gladiator76 @ 21/8/2020, 17:48) 
Scrive uno che ha amato giocatori tipo Karim, Hakim, Rodman e persino Perish.

E pensa che, su quattro nomi, ne hai sbagliati tre :P L'unico scritto correttamente è Rodman, che tuttavia non è mai stato un centro.

(Ovviamente non prenderla sul personale, si fa per scherzare).
 
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view post Posted on 26/8/2020, 17:37
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CITAZIONE (Dark Jaraimko @ 26/8/2020, 01:18) 
CITAZIONE (gladiator76 @ 21/8/2020, 17:48) 
(...) Houston rinuncia completamente a centri di ruolo.

Esattamente come molte squadre di Calcio hanno rinunciato al centravanti d'area di rigore. Gli Sport cambiano, si evolvono, e più che pensare al lato estetico (e dunque soggettivo) di queste rivoluzioni, bisognerebbe concentrarsi sulle motivazioni che le hanno generate e sulla reale efficacia nel praticare sul campo questi cambiamenti. Ad esempio, la scelta di molte squadre NBA di rinunciare ai "classici" totem che stazionano staticamente dentro il pitturato e che dunque possono ingolfare gli spazi (perfino un Brook Lopez ha dovuto re-inventarsi, aggiungendo il tiro da oltre l'arco al proprio bagaglio tecnico per sopravvivere) deriva da una consapevolezza di fondo, sempre più comune, del fatto che la categorizzazione dei "ruoli" doveva trasformarsi e divenire un mezzo, non il fine.

CITAZIONE (gladiator76 @ 21/8/2020, 17:48) 
Scrive uno che ha amato giocatori tipo Karim, Hakim, Rodman e persino Perish.

E pensa che, su quattro nomi, ne hai sbagliati tre :P L'unico scritto correttamente è Rodman, che tuttavia non è mai stato un centro.

(Ovviamente non prenderla sul personale, si fa per scherzare).

Ahahah ma certooo🤗😃

Eppoi hai ragione però li hai capiti😂
A proposito di Rodman e gli altri che ho citato intendevo che giocavano diversamente da molte ali e centri di oggi..
Cmq non hai risposto se ti piace il modo di giocare di Houston e Boston..
 
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view post Posted on 26/8/2020, 18:56

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CITAZIONE (gladiator76 @ 26/8/2020, 18:37) 
Comunque non hai risposto se ti piace il modo di giocare di Houston e Boston.

Non ho risposto in quanto non avevo proprio (volutamente) citato la tua domanda, ma solo l'affermazione sulla rinuncia, da parte di Houston, ai centri di ruolo. Nel mio precedente commento, avevo infatti espresso la mia perplessità sull'effettiva utilità nell'addentrarsi in un discorso meramente soggettivo, come per forza di cose è quello riguardante i giudizi estetici. Ad ogni modo, siccome non voglio fuggire la tua esplicita richiesta, risponderò dicendo che, innanzitutto, vedere giocare Boston, di questi tempi, è sempre un piacere, non fosse altro per la presenza di un giocatore celestiale come Tatum. Detto ciò, bisognerebbe poi specificare che la pallacanestro modellata e predicata da Stevens è molto differente dalla "Moreyball" dei Rockets: la "five out" giocata dai Celtics è infatti una motion offense pura, con contaminazione con principi di Princeton e "dribble hand off" per aprire i giochi (situazione in cui, perlomeno in regular season, Boston era oltre il novantesimo percentile). E, personalmente parlando, sì, è un Basket che mi piace, anche perché sono sempre stato un amante della Motion Offense (perlomeno/specialmente se giocata a QUESTI livelli e con QUESTI interpreti). Discorso diverso per Houston, che ormai gioca una pallacanestro senza più compromessi (perlomeno stando alla visione del loro GM, non certo di D'Antoni, che è sempre stato un allenatore molto meno integralista di come invece lo dipingono) e fatta principalmente di isolamenti, uno contro uno, palleggi sul posto di Harden e forzature da oltre l'arco. Ecco, diciamo che, pur capendo le motivazioni alla base di una Rivoluzione Copernicana di tal genere, questo tipo di pallacanestro non incontra molto nemmeno i miei gusti e non rimarrò mai (del tutto) estasiato dal talento di James Harden (pur non dandolo affatto per scontato), perlomeno se dovesse continuare su questa via. Ultima questione riguardante la scelta, ormai adottata da diverse squadre del panorama NBA, di difendere cambiando dopo ogni blocco (dato che avevi tirato in ballo anche quest'argomento): pure qui, non sono favorevole o contrario a prescindere al concetto, ma dipende sempre dal modo in cui esso viene applicato sul campo. Quando si cambia in maniera proattiva e aggressiva, anche lontano dalla palla e con comunicazione efficace tra i giocatori, si riesce ad apprezzare a pieno il lavoro che c'è dietro un sistema di questo genere. Quando, al contrario, si accetta passivamente il cambio, con scarsa collaborazione comunicativa e più per pigrizia e/o per esecuzione meccanica dei dettami dell'allenatore che non per reale convinzione, allora emergono tutti i limiti di questo tipo di filosofia difensiva e, da spettatore, tendo a sboccare anch'io.

P.S. Sperando di aver risposto a pieno alla tua domanda, vorrei girarne un'altra (non direttamente a te, quanto più come possibilità di riflessione a 360°), che rappresenta il rovescio della medaglia: il Basket giocato fino alla metà degli anni 2000 può piacere ancora oggi, a gente che ormai è abituata a seguire l'NBA odierna? Personalmente, riguardandomi le partite del decennio scorso, mi rendo conto di come molte volte provi un senso di frustrazione nel vedere giocatori (anche quelli con ottime percentuali da oltre l'arco) rifiutare tiri aperti, non guardare proprio il canestro per eseguire, invece, in maniera (troppo) automatica, il gioco disegnato sulla lavagna o, infine, fare un passo di avvicinamento al canestro, oltrepassando in questo modo la linea dei tre punti, prima di prendersi il tiro. Ecco, credo di poter dire con assoluta certezza che quel Basket (ormai preistorico, rispetto al "pace & space" moderno) non mi riesca a piacere/coinvolgere più, al di là dei Campioni che è sempre bello poter (ri-)ammirare.
 
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view post Posted on 26/8/2020, 19:42
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Soddisfatto ampiamente
Provo a rispondere molto semplicemente alla tua domanda/considerazione
Ho 44 anni e ho giocato da ragazzo fino a metà anni 90 piccole squadre della mia zona
Nelle mie esperienze ho giocato un po' in tutti ruoli e ricordo come era fondamentale l applicazione dei movimenti nei schemi offensivi e difensivi
Guai se il centro anche se libero provava il tiro da 3
Ho raccontato la mia insulsa storia cestistica solo perché per me è più facile amare quel tipo di gioco che si giocava in quegli anni
L Nba ho cominciata a guardarla molto tardi(tranne le finali negli anni 90)quindi non conosco le differenze col modo di giocare di quel tempo
Certo sinceramente mi viene da dire che,come detto,apprezzo molto uno schema fatto bene..un taglio sottocanestro generato da un blocco ben fatto e altre cose del genere piuttosto che una squadra che gioca col suo giocatore più talentuoso che si prende 20 tiri in isolamento dal palleggio e che con i compagni arriva a 40/50 tiri da 3 totali alla fine della partita come avviene sempre di più in questi anni..
 
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view post Posted on 26/8/2020, 23:38

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Capisco perfettamente questo tuo ragionamento, in parte lo condivido anche, però rifiutare un tiro aperto e che avrebbe buone possibilità di portare punti a referto per la propria squadra (ovviamente, dipende sempre dal giocatore in questione: ci sta che Ben Simmons, oggi come oggi, rifiuti un "wide open shot". Meno che lo faccia un Middleton, per fare un altro esempio randomico) per portare a compimento l'esecuzione di un qualsiasi schema, significa porre l'esecuzione stessa su un livello più alto rispetto alla produttività, e questo per me è SEMPRE sbagliato. Gli schemi, i sistemi di gioco, il concetto di ruoli, etc. sono e devono restare un mezzo, non il fine. Cercare di non uscire a nessun costo dai binari disegnati sulla lavagna, nemmeno quando si presenta un'occasione maggiormente efficiente, significa essere integralisti ed equivale a trasformare i giocatori in automi. E l'aspetto estetico, a mio personalissimo avviso, non può essere diviso da quello pratico, altrimenti diventerebbe un concetto fine a sé stesso.

CITAZIONE (gladiator76 @ 26/8/2020, 20:42) 
Un taglio sotto canestro generato da un blocco ben fatto e altre cose del genere, piuttosto che una squadra che gioca con il suo giocatore più talentuoso che si prende venti tiri in isolamento dal palleggio e che con i compagni arriva a quaranta/cinquanta tiri da tre totali alla fine della partita, come avviene sempre di più in questi anni.

Perdonami, però, tolta Houston (che è un caso a sé stante, proprio per la filosofia che c'è dietro quel sistema), non mi sembra che in NBA ci siano state molte altre squadre, negli ultimi anni, che corrispondano a questo identikit. O perlomeno, quella è solo una parte del panorama, a cui però si aggiungono i movimenti lontano dalla palla, i blocchi, i tagli sotto canestro e via dicendo.

Edited by Dark Jaraimko - 27/8/2020, 01:25
 
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