Ventisette ettari che tengono saldamente la famiglia Sensi attaccata alla Roma. Tale è l'estensione dei terreni in zona Torrevecchia di proprietà dei Sensi che il principale creditore del gruppo Italpetroli, l'Unicredit banca di Profumo, sta vendendo al miglior offerente in questi giorni per rientrare di parte dei 274 milioni di euro d'esposizione nei confronti dei Sensi. Il piano di rientro siglato ad agosto d'altronde parla chiaro.
Entro domani Italpetroli deve coprire almeno 130 milioni di debito, e la famiglia Sensi possiede diversi beni, soprattutto immobiliari, ma scarseggia in fatto di liquidità.
Ed ecco che allora la politica, da sinistra a destra, ha dato una mano alla famiglia Sensi trasformando i terreni di Torrevecchia in edificabili grazie ad una delibera dell'aprile 2006 (sindaco Veltroni) raccolta dall'attuale sindaco Alemanno che sta attendendo solo la conclusione delle conferenze dei servizi per consegnare il suo "visto, si costruisca". Periziati a 99 milioni, i terreni sono stati messi in vendita a 90 e Unicredit sta stringendo gli ultimi dettagli
per venderli a 70 a un famoso "palazzinaro", che a Roma non manca mai. Anche se 70 milioni non bastano, per ora Profumo si accontenterà di portare a casa un risultato positivo e abbattere in parte il debito. Poi tornerà alla carica, ma c'è tempo.
Intanto di certo non toglierà le mani di Rosella Sensi sulla Roma, visto che nel piano di rientro la squadra di calcio è inserita nel settore “entertainment” che non fa parte dei beni vendibili, per ora. Ne fan parte invece i depositi petroliferi di Civitavecchia, denominati settore Oil, che erano oggetto di interessamento della società petrolifera libica Tamoil guidata da Roger Tamraz. Situazione che resta in divenire, dato che tali depositi potrebbero essere stati giudicati obsoleti e quindi di difficile valutazione economica. Altri asset sono in fase di dismissione, piccole industrie (tipo Svila srl, surgelati) o terreni come il Borgo di Perolla, una tenuta in Toscana di grande valore. Il gruppo Italpetroli ha, peraltro, debiti anche con altri istituti di credito per altri 84 milioni, per un totale di 357.
Palazzinari? A Roma? E chi sarebbero?